martedì 16 aprile 2013

Commento "La lunga vita di Marianna Ucria"


Ciao, oggi commenterò il libro che ho letto poco tempo fa della scrittrice Dacia Maraini, il libro si intitola "La lunga vita di Marianna Ucria".

La trama:
Le vicende si svolgono nella Sicilia di fine Settecento, terra ricca di profumi e colori, arsa da estati torride, con inverni brevi e ventosi, caratterizzata dall’arroganza nobiliare che si oppone alla squallida miseria dei contadini, alla loro lotta per la sopravvivenza.
Marianna, figlia del duca Ucrìa, è resa muta per lo choc causato dallo stupro subito da piccola. Imprigionata in se stessa, la donna affina in modo straordinario i propri sentimenti, l’intuizione, la percezione, la memoria. Si sposa giovane, diventa madre di otto figli e poi nonna. La sua vita trascorre tra doveri sociali e coniugali, passa attraverso lutti ma conosce anche il vero amore.

Marianna appartiene a una nobile famiglia palermitana del Settecento. Il suo destino dovrebbe essere quello di una qualsiasi giovane nobildonna ma la sua condizione di sordomuta la rende diversa: "Il silenzio si era impadronito di lei come una malattia o forse una vocazione". Le si schiudono così saperi ignoti: Marianna impara l'alfabeto, legge e scrive perché questi sono gli unici strumenti di comunicazione col mondo. Sviluppa una sensibilità acuta che la spinge a riflettere sulla condizione umana, su quella femminile, sulle ingiustizie di cui i più deboli sono vittime e di cui lei stessa è stata vittima. Eppure Marianna compirà i gesti di ogni donna, gioirà e soffrirà, conoscerà la passione.

Cosa ne penso:
Allora non è un libro del mio genere, anzi non lo avrei mai letto, ma mi è stato segnato dalla scuola e ho dovuto! Devo dire però che mi è piaciuto, non come tutti gli altri che ho letto, ma era diciamo accettabile! La cosa che non mi è piaciuta è il linguaggio poco scorrevole con alcune parole dialettali siciliane! Però devo dire che mi è piaciuto invece la forte personalità di Marianna che nonostante i tanti ostacoli, gli riesce a superare.

Le vicende si svolgono nella Sicilia di fine Settecento, terra ricca di profumi e colori, arsa da estati torride, con inverni brevi e ventosi, caratterizzata dall’arroganza nobiliare che si oppone alla squallida miseria dei contadini, alla loro lotta per la sopravvivenza.
Marianna, figlia del duca Ucrìa, è resa muta per lo choc causato dallo stupro subito da piccola. Imprigionata in se stessa, la donna affina in modo straordinario i propri sentimenti, l’intuizione, la percezione, la memoria. Si sposa giovane, diventa madre di otto figli e poi nonna. La sua vita trascorre tra doveri sociali e coniugali, passa attraverso lutti ma conosce anche il vero amore.

Marianna appartiene a una nobile famiglia palermitana del Settecento. Il suo destino dovrebbe essere quello di una qualsiasi giovane nobildonna ma la sua condizione di sordomuta la rende diversa: "Il silenzio si era impadronito di lei come una malattia o forse una vocazione". Le si schiudono così saperi ignoti: Marianna impara l'alfabeto, legge e scrive perché questi sono gli unici strumenti di comunicazione col mondo. Sviluppa una sensibilità acuta che la spinge a riflettere sulla condizione umana, su quella femminile, sulle ingiustizie di cui i più deboli sono vittime e di cui lei stessa è stata vittima. Eppure Marianna compirà i gesti di ogni donna, gioirà e soffrirà, conoscerà la passione.

Voto della giuria:
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Ho dato come voto: 2 perchè non mi ha creato molte emozioni! 

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