Ciao, oggi commenterò il libro che ho letto poco tempo fa della scrittrice Dacia Maraini, il libro si intitola "La lunga vita di Marianna Ucria".
La trama:
Le vicende si svolgono nella Sicilia di fine Settecento, terra ricca di profumi e colori, arsa da estati torride, con inverni brevi e ventosi, caratterizzata dall’arroganza nobiliare che si oppone alla squallida miseria dei contadini, alla loro lotta per la sopravvivenza.
Marianna, figlia del duca Ucrìa, è resa muta per lo choc causato dallo stupro subito da piccola. Imprigionata in se stessa, la donna affina in modo straordinario i propri sentimenti, l’intuizione, la percezione, la memoria. Si sposa giovane, diventa madre di otto figli e poi nonna. La sua vita trascorre tra doveri sociali e coniugali, passa attraverso lutti ma conosce anche il vero amore.
Marianna appartiene a una nobile famiglia palermitana del Settecento. Il suo destino dovrebbe essere quello di una qualsiasi giovane nobildonna ma la sua condizione di sordomuta la rende diversa: "Il silenzio si era impadronito di lei come una malattia o forse una vocazione". Le si schiudono così saperi ignoti: Marianna impara l'alfabeto, legge e scrive perché questi sono gli unici strumenti di comunicazione col mondo. Sviluppa una sensibilità acuta che la spinge a riflettere sulla condizione umana, su quella femminile, sulle ingiustizie di cui i più deboli sono vittime e di cui lei stessa è stata vittima. Eppure Marianna compirà i gesti di ogni donna, gioirà e soffrirà, conoscerà la passione.
Cosa ne penso:
Allora non è un libro del mio genere, anzi non lo avrei mai letto, ma mi è stato segnato dalla scuola e ho dovuto! Devo dire però che mi è piaciuto, non come tutti gli altri che ho letto, ma era diciamo accettabile! La cosa che non mi è piaciuta è il linguaggio poco scorrevole con alcune parole dialettali siciliane! Però devo dire che mi è piaciuto invece la forte personalità di Marianna che nonostante i tanti ostacoli, gli riesce a superare.
Le vicende si svolgono nella Sicilia di fine Settecento, terra ricca di profumi e colori, arsa da estati torride, con inverni brevi e ventosi, caratterizzata dall’arroganza nobiliare che si oppone alla squallida miseria dei contadini, alla loro lotta per la sopravvivenza.
Marianna, figlia del duca Ucrìa, è resa muta per lo choc causato dallo stupro subito da piccola. Imprigionata in se stessa, la donna affina in modo straordinario i propri sentimenti, l’intuizione, la percezione, la memoria. Si sposa giovane, diventa madre di otto figli e poi nonna. La sua vita trascorre tra doveri sociali e coniugali, passa attraverso lutti ma conosce anche il vero amore.
Marianna appartiene a una nobile famiglia palermitana del Settecento. Il suo destino dovrebbe essere quello di una qualsiasi giovane nobildonna ma la sua condizione di sordomuta la rende diversa: "Il silenzio si era impadronito di lei come una malattia o forse una vocazione". Le si schiudono così saperi ignoti: Marianna impara l'alfabeto, legge e scrive perché questi sono gli unici strumenti di comunicazione col mondo. Sviluppa una sensibilità acuta che la spinge a riflettere sulla condizione umana, su quella femminile, sulle ingiustizie di cui i più deboli sono vittime e di cui lei stessa è stata vittima. Eppure Marianna compirà i gesti di ogni donna, gioirà e soffrirà, conoscerà la passione.
Voto della giuria:
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Ho dato come voto: 2 perchè non mi ha creato molte emozioni!
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